Mondiali Junior. 5° posto per i ragazzi, le azzurre risorgono nella seconda fase

12 Agosto 2016 | Ultimate

All'indomani del World Junior Ultimate Championship di Wroclaw, in Polonia, sarebbe ingeneroso definire “mezzo pieno” il bicchiere delle nostre nazionali U20. Anche se il doppio argento europeo dell'anno scorso aveva alimentato le speranze del movimento azzurro, le spedizioni della squadra Men e di quella Women, guidate dalla Team manager Francesca Berna, sono da considerarsi positive.
 
Senza dubbio lo è quella della truppa maschile, capace di centrare il quinto posto a livello planetario e di sfiorare l'impresa contro i campioni del mondo uscenti. Impeccabili nel Pool, con l'approdo alla fase finale gli azzurri hanno trovato e messo in campo qualità crescente, che li ha portati a un passo dall'elite.
“Forse ci è mancato l'acuto, la partita 'rivelazione'” commentano al rientro in Italia i due tecnici Massimo Pagnin e Giovanni Santucci, “in quanto le partite di girone sono state relativamente facili e non ci hanno permesso di prendere coscienza del nostro vero potenziale. Nella fase successiva la sfida si è fatta molto più dura, e tutti ci siamo dovuti adeguare rapidissimamente a un livello improvvisamente più alto”.
Lo spartiacque è stata la partita del Power Pool contro la Gran Bretagna, in cui la nostra Under20 ha dominato per tutta la gara ma si è lasciata rimontare e ha perso allo Universe point.
“E' stato proprio in quel match che abbiamo cominciato ad esprimerci al meglio” confermano i coach, “e che, nonostante la sconfitta, ci ha dato la carica per entrare nei quarti di finale. Da lì in avanti, infatti, è stata un'ascesa: contro Francia, ma soprattutto Canada e Irlanda”.
Tutte sfide combattute alla pari, sia tecnicamente che tatticamente, ma che hanno anche dimostrato una maturità a livello di testa, come ha poi confermato la sfida per il 5° posto vinta contro la superpotenza Giappone.
Sostanzialmente riconfermato, quindi, il 4° posto del Mondiale di Lecco, mentre altre nazioni (come la Germania, passata dal 3* al 10* posto) non hanno saputo fare altrettanto. E, visti i risultati delle rivali e degli scontri diretti, moralmente sentiamo un po' nostro il bronzo che invece è finito proprio al collo del TeamGB.
Di tutt'altro segno il percorso della Women, che dopo un Pool iniziale con zero vittorie, è riuscita a invertire la tentenza e ad approdare alle finali per le posizioni dalla 9^ alla 16^, concludendo al 12° posto su 20 squadre.
“Una prestazione di basso profilo, se paragonata agli ottimi risultati degli anni passati” spiega l'allenatore Piero Pisano, “ma che è in parte dovuta alla presenza di molte giocatrici al loro primo anno di Ultimate, al forte ricambio generazionale e infine causato anche dalla assenza di alcune giocatrici. Purtroppo queste hanno scelto di non prendere parte ai progetti delle nazionali Junior, incidendo negativamente sul movimento femminile che, purtroppo, ha ancora numeri molto bassi su cui lavorare. In particolare a livello giovanile”.
Levati i sassolini dalla scarpa, il coach tira le somme del mondiale polacco: “Il risultato ottenuto è stato comunque soddisfacente. Le ragazze hanno tutte dato il massimo e hanno saputo crescere durante il torneo, grazie all'ottimo spirito di squadra che si è venuto a creare”.
“Dopo le partite di girone perse, le ragazze erano un po' demoralizzate” prosegue Pisano, “ma hanno saputo dominare il pool basso conquistando l'accesso per le posizioni 9-16. Nel nostro quarto di finale è capitata nuovamente l'Austria, squadra già incontrata il secondo giorno e dalla quale avevamo perso di misura. In questa partita si è visto il grande salto di qualità fatto dalle ragazze, che hanno saputo costruire un importante vantaggio nelle prime mete conservandolo fino alla fine”.
Troppo forti, poi, Russia e Giappone per poter sperare di risalire ulteriormente il ranking mondiale.
“Concludo ringraziando Giulio Scozzari, coach dell'attacco, che ha svolto al meglio la sua prima esperienza internazionale come allenatore, il capitano dello spirito Sara Casali, che ha saputo gestire bene un ruolo delicato, il capitano della difesa Sara Rabaglia, che ha saputo sacrificarsi in un ruolo non suo, quello di portatore, con grande determinazione e il capitano dell'attacco, Irene Scazzieri sulla quale mi permetto di aggiungere qualche parola in più”.
“Irene ha iniziato la sua avventura nella Nazionale junior proprio a Wroclaw, nel 2011, quando vincemmo la medaglia d'oro all'Europeo. Dopo quella indimenticabile finale, per sei anni consecutivi si è sempre dedicata con grande passione alla maglia azzurra, raccogliendo altre due medaglie, questa volta d'argento, negli europei successivi. Se ogni giocatrice o giocatore mettesse nell'Ultimate anche solo la metà dell'impegno che lei ha saputo dimostrare, il movimento italiano potrebbe crescere con una marcia in più”.
 
Chiudiamo riportando i risultati dello Spirit. Non lusinghieri, ancora una volta, quelli della Men, che con la media di 9,22 chiude il mondiale al penultimo posto (davanti solo all'Ungheria) e con lo score peggiore per quanto riguarda falli e contatto fisico. Decisamente più brave le ragazze, che si piazzano a metà classifica e con uno score medio superiore al 10 (10,10).

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