Tra le numerose iniziative che – nonostante la pandemia – FIFD ha portato avanti in questi mesi, c’è stata la proposta di UltiTalk, una serie di incontri on line per raccontare e raccontarsi l’ultimate, in un tempo caratterizzato dall’assenza di gioco sui campi. Un’idea originale, maturata in Commissione Sviluppo, che ha avuto un ottimo seguito. Alla conclusione del percorso abbiamo sentito Alessandro Somaini, membro della Commissione Sviluppo e Scuola
Qual'era l'obiettivo principale di Ultitalk?
Verso la fine dell'anno scorso ci siamo resi conto che questo enorme vuoto sportivo dovuto all'emergenza COVID 19 non sarebbe finito a breve, che non avremmo avuto i CIU, né tornei e addirittura nemmeno gli allenamenti per molti club a seconda delle altalenanti restrizioni. Questo ci ha portato a pensare a qualcosa che potesse da un lato permettere di ritrovarci comunque tra giocatori, tecnici, dirigenti e dall'altro fornire delle occasioni di dialogo e confronto su varie tematiche legate alla nostra disciplina e allo sport in generale. Una sorta di talk show serale per sentirci meno distanti e allo stesso tempo dare degli spunti utili, condividendo esperienze da giocatore a giocatore, a volte attingendo anche a realtà estere. L'idea è nata da una chiacchierata tra Manuel Belluco ed Eugenio Festa a novembre/dicembre 2020. Da lì in poi tutti i membri della CSS hanno dato il proprio contributo sia nella ideazione e programmazione che nella gestione delle serate.
Alla fine del percorso, ritenete di aver raggiunto quanto vi eravate prefissati?
Abbiamo da poco concluso il ciclo di 8 incontri programmati. Da un punto di vista progettuale siamo piuttosto soddisfatti del risultato finale, abbiamo trattato tematiche utili a migliorare la propria performance grazie ad esperti e appassionati e abbiamo raccontato l'Ultimate tramite immagini e parole di campioni e coach nostrani ed esteri. Per farlo abbiamo anche ripensato le modalità di svolgimento, passando dagli incontri su Zoom alle dirette YouTube, collaborando anche con la Commissione Comunicazione e Marketing.
Quale partecipazione c'è stata da parte della comunità frisbistica?
Si sono iscritti all'iniziativa in 124. Un buon numero ma che avrebbe potuto essere molto più alto in un periodo normale. La pandemia in corso ha stravolto il già fragile mondo sportivo, il nostro in particolare, tante ASD non hanno potuto tesserare gli stessi atleti degli anni precedenti, di conseguenza il progetto UltiTalk si è potuto rivolgere ad una platea molto ridimensionata. Abbiamo avuto numeri altalenanti per quanto riguarda le dirette, spesso dettati da giorni o orari più o meno comodi, a seconda anche degli ospiti stranieri. Fortunatamente tutte le registrazioni degli incontri rimangono a disposizione degli iscritti per essere viste in un secondo momento.
Che ricaduta potranno avere sui tesserati gli interventi proposti?
Non abbiamo mai avuto pretesa di formare o insegnare qualcosa, ma più che altro di intrattenere, condividere esperienze e fornire spunti di approfondimento. Scambiarci opinioni come se fossimo davanti a una birra durante il welcome party di un torneo, a volte in compagnia di personaggi di fama internazionale. Speriamo che questi scambi ed esperienze abbiano stimolato il pubblico ad approfondire temi come l'alimentazione, la preparazione mentale e a far propri i consigli di top player e coach di lungo corso. Questo sembra sia valso soprattutto per quegli atleti che si sono da poco affacciati al mondo dell’Ultimate e che hanno rivolto molte domande ai vari ospiti durante le dirette.
Quale incontro vi è sembrato più significativo?
Non saprei indicarne uno in particolare, ma faremo a breve la stessa domanda (insieme ad altre) agli iscritti stessi tramite un questionario di valutazione. Così da capire cosa è piaciuto e cosa no, in modo da aggiustare il tiro per una eventuale seconda edizione degli UltiTalk.
Di Roberto Calzà